viernes, 8 de junio de 2012

Artículo publicado en "La comune" número 191.

He tenido el honor de que el periódico quincenal "La comune" (en el número 191) publique un artículo que escribí para el número 63 de junio de 2012 de "Socialismo Libertario". Trata sobre las movilizaciones en defensa de la educación. Grazie mile!




Nella Spagna colpita dalla crisi

reattività sociale


Jaime Aguirán


La situazione del lavoro nel mondo della scuola è esemplare di come le crepe del sistema, per quanto parziali, mostrino la sua irreversibile decadenza e costituiscano una sorta di punto di non ritorno per il sistema stesso al suo tramonto.


L’educazione è stata volutamente riorientata dal sistema, che l’ha trasformata in un diritto concesso dallo Stato, per convertirla in formazione di mano d’opera efficiente e di cittadini obbedienti. Le aspirazioni educative e le vocazioni degli insegnanti sono state avvilite dal burocratismo. Ora, il governo decide
di tagliare questo bene comune, dopo anni di lotte assai dure per conquistarlo in ogni quartiere e in ogni paese.


I tagli all’istruzione hanno provocato un’iniziale reattività, con mobilitazioni nelle grandi città così come in piccole località di provincia e con il primo sciopero generale nazionale del mondo della scuola*. Noi insegnanti precari dell’Istituto secondario di Monreal del Campo (Teruel) abbiamo sentito la necessità di reagire e abbiamo indetto un’assemblea aperta a tutti. Abbiamo cercato di coinvolgere tutto il paese e di suscitare partecipazione e appoggio, nonché di coordinarci con i colleghi della scuola primaria, dell’asilo e del centro sanitario. Abbiamo quindi approvato un comunicato per aprire il dialogo con tutta la società chiamando alla solidarietà reciproca e al mutuo appoggio contro gli attacchi del potere politico alle condizioni di vita di tutti. È stato un inizio modesto, la cui continuità dipenderà dal nostro protagonismo e dalla nostra determinazione per un riscatto di lunga durata. A settembre più di 50 mila insegnanti precari perderanno il lavoro. Ma non potranno toglierci anche la vocazione. È ora di reagire ma anche di pensare a quale tipo di educazione aspiriamo, oltre all’alternativa tra statale o privata: un’educazione che non sia più mera istruzione di mano d’opera e di cittadini, che diventi un percorso per la realizzazione delle vocazioni degli individui e di ogni comunità nel suo assieme. Un’educazione di tutti e per tutti.

(tratto da Socialismo Libertario n. 63, giugno 2012).


* Lo sciopero generale del 22 maggio ha coinvolto il mondo della scuola di ogni ordine e grado, dagli asili alle università, in tutta la Spagna, per la prima volta dal post-franchismo. (NdT)